Il destino

Il destino

Il destino

di Alessandro Simone

Siamo alle soglie dell’Era dell’Aquario, chissà quante volte abbiamo sentito dire questa frase negli ultimi tempi, ma credo che la maggior parte delle persone che l’hanno pronunciata o sentita dagli altri non abbia effettivamente idea di che cosa realmente si tratti. C’è chi la usa un po’ come… “ormai siamo nel duemila”, volendo con questo sottolineare come sia giunto il momento di abbandonare determinati atteggiamenti, costumi, modelli di vita e di pensiero, perché siamo diventati moderni, la civiltà si è evoluta e noi insieme a lei; basta quindi con vecchi schemi e pregiudizi, i nostri valori vanno riveduti e corretti, quando non devono farsi da parte e fare spazio ai nuovi che avanzano e reclamano il loro momento. Il progresso tecnologico e la scienza ci hanno portato sulla navicella di lancio pronta a salpare per Marte, o per Venere, o per chissà quale lontano pianeta mai visto e sentito, e l’aria che respiriamo in questo inizio di millennio è satura di progetti per un futuro migliore, idee, sogni da realizzare, obiettivi da raggiungere, traguardi da conquistare; è palpabile lo spirito di metamorfosi che dovrà trasformare il nostro modo di vivere, di comunicare, di goderci la vita. C’è chi vuole venderci questa come l’Era dell’ottimismo, nonostante il fatto di vivere in un’epoca dilaniata dai conflitti sociali, dalle guerre in ogni parte del pianeta, dall’ignoranza e dalle malattie.

C’è una parte molto rilevante della popolazione mondiale che lotta per sopravvivere, al tempo stesso in cui in un’altra parte del pianeta ci sono persone il cui grattacapo più impellente riguarda quale ultimo tipo di materiale adottare per il fondo del suo nuovo e modernissimo campo da tennis, installato sulle terrazze di grattacieli nei quali, il costo di un solo appartamento, si gira quando è poco intorno al miliardo di vecchie lire. E quindi poco importa se c’è chi muore di fame, se ci sono popolazioni che devono camminare a piedi per chilometri con le taniche in mano per procurarsi l’acqua da bere, oppure per lavarsi; questi non sono problemi che ci toccano, ma non ci toccano fino a che quella parte del mondo non sarà giunta sotto i portoni di quei grattacieli a rivendicare il suo diritto alla vita, e non lo renderà noto con l’uso della forza, e allora forse, e solo allora, qualcuno si renderà conto che in questo mondo c’è qualcosa che non funziona. Ma viviamo nell’era dell’ottimismo, nonostante il fatto che c’è chi crede ancora che la nostra vita sia tutta qui e termini con la morte, la fine di tutto, così che dopo aver vissuto senza capire bene il perché e senza trovare un significato alle nostre azioni, allora possiamo morire in pace, essere sepolti con le nostre palline da tennis ultrasilenziose, e lasciare che la terra con il tempo consumi anche le nostre spoglie, così, senza significato, ma c’è ottimismo..!! C’è ottimismo perché ora possiamo anche guardarci in faccia quando telefoniamo, possiamo addirittura spedirci fotografie tramite i cellulari e comunicare via Internet con l’altra parte del mondo, c’è ottimismo perché con tutte queste invenzioni avremo sicuramente di che sbizzarrirci e potremo farne di tutti i colori, senza sapere davvero quale sia il modo migliore per usarle, perché questo non ha davvero importanza, basta essere ottimisti. Il problema delle tecnologie sta nel fatto che l’uomo non ha mai realmente imparato ad adoperarle in modo sensato, causando solo danni a se stesso e alla vita del pianeta, e perfino la televisione, che prima di Internet era il più importante mezzo di comunicazione, e lo è tutt’ora per certi versi è usata, da sempre, più negativamente che altro, perché serve più a vendere pannolini e dentifrici, a proiettare telefilm americani con risate in sottofondo per obbligarci a ridere, senza sapere bene il perché. E un perché che non è importante conoscere, l’importante è ridere e restare di buon umore, essere ottimisti, anche se quando qualcuno la pensa in modo diverso da quella grigia normalità cui bisogna aderire a tutti i costi, allora gli viene tolta la parola, perché il dibattito e la crescita culturale non sono importanti, crescere, allargare i nostri orizzonti e comprendere le mille sfaccettature della realtà questo non è importante, basta ridere, comprare ciò che ci viene consigliato per gli acquisti e, quando siamo fortunati, goderci un documentario sulla natura che ha girato qualcuno che può permettersi di viaggiare e che ci racconta l’altra faccia del pianeta, quella pulita, con le spiagge bianche e la sabbia cristallina, che sono sempre meno per quello, oltre al fatto che centinaia di specie animali spariscono continuamente dalla Terra, perché siamo noi i veri nemici di questa natura, che non conosciamo pur facendone parte, e che non tentiamo nemmeno di capire. No, non ci proviamo davvero, perché l’uomo è un essere strano, che ha paura di conoscere se stesso e che dal 700 si aggrappa con tutte le sue forze alla sua cieca fede nella ragione, dichiarando che tutto ciò che non si vede non esiste e che solo quello che si può sperimentare in laboratorio è vero, il resto sono solo illusioni, fantasie, utopie.
Tutta la vita nasce dall’acqua recita il Corano, ma l’essere umano medio non conosce il significato nascosto di questa frase come non sa cosa sia l’Era dell’Aquario, e come di quest’ultima pensa sia un luogo lontano e misterioso, una sorta di Paradiso verso il quale siamo diretti tutti quanti, dove non esistono le malattie, i tossicodipendenti, le tasse da pagare, così non sa cosa voglia dire che tutta la vita nasce dall’acqua, e crede che con questo s’intenda annaffiare una pianta per renderla rigogliosa. Egli fa parte di questa natura e di quest’universo come microcosmo in un macrocosmo più grande, si muove e vive secondo le sue stesse leggi, uguali per tutti, animali e vegetali, ma non le conosce. Non crede realmente che possa esistere un perché alle nostre azioni e alla nostra esistenza, e se esiste lo scoprirà quando sarà morto…! E così, nonostante la vita sia pregna di significato, noi lo lasciamo volentieri al suo posto, celato nei meandri della nostra psiche, nei sotterranei segreti del nostro inconscio, dove fa male avventurarsi perché potremmo scoprire qualcosa su di noi che non ci piace, e che è brutto guardare in faccia, perché vedersi come si è in realtà, con tutti i nostri difetti, non ne vale proprio la pena. Ma chi ha detto allora che la vita nasce tutta nell’acqua e che l’Era dell’Aquario conta 2160 anni ed è una fase del ciclo evolutivo della natura e dell’uomo, chi ha detto che questo ciclo è in grande, lo stesso ciclo che compie il sole nell’arco di un anno passando lungo tutte le costellazioni e i pianeti.
E poi, come si fa a credere davvero che questi pianeti influenzino la nostra esistenza? La scienza, che sa tutto, ha dimostrato che non ci sono maree in un bicchiere d’acqua, mentre se la Luna veramente governasse questi fenomeni dovremmo vederli anche nel contenitore in cui beviamo. Sembra assurdo, sembra una barzelletta eppure c’è chi ha davvero il coraggio di dire e pensare queste cose, e poi queste persone hanno pure il coraggio di essere ottimiste..!!
Non importa se la vita dell’uomo su questa Terra sia governata da 4 elementi, come 4 sono i punti cardinali, i bracci della croce e le stagioni dell’anno, ha poca importanza se il fuoco divampa solo se c’è aria da bruciare e se l’acqua prende forma solo se c’è la terra a dargliene una, l’importante è guardarsi in faccia telefonando, giocare a tennis con le palline nuove di cristallo infrangibile, fare 37 risate ogni 10 minuti (tante sono quelle contate in un telefilm americano), accumulare denaro ed essere ottimisti. Il resto non conta.
E non conta neppure che le nostre relazioni interpersonali, dallo scambio di battute con il vicino di casa ai contratti di affari e all’impegno del matrimonio, si fondino sulla nostra capacità di essere in armonia e in equilibrio con gli altri, cosa che rispecchia la nostra capacità di essere, prima di tutto, in armonia con noi stessi. Ci sarà un motivo quindi, se l’oriente da sempre ha filosofeggiato e ricercato le verità interiori dell’uomo e dello spirito, mentre l’occidente si è dedicato allo sviluppo della scienza, della tecnologia e del progresso, ci sarà un motivo, ma non credete a chi vi racconta che questo è accaduto e accade perché le due parti del mondo hanno sviluppato ognuna un emisfero del cervello, quello occidentale la parte che sovrintende alle facoltà logiche e tecniche, mentre l’orientale quell’emisfero della nostra mente che governa l’intuizione e le facoltà spirituali, empatiche, creative, artistiche, emotive.
Ci sarà, eccome, un motivo anche se dove i due mondi vengono a contatto l’uno con l’altro, c’è da sempre un focolaio di guerre acceso, a indicare l’eterno conflitto da risolvere nei nostri rapporti interpersonali e l’equilibrio da trovare in ognuno di noi, il motivo c’è, ma è più comodo pensare che si tratti di un caso e del fatto che laggiù batte il sole molto forte e che a quelle persone fa male alla testa. Eppure il conflitto c’è, e ci rimanda a noi stessi e alla nostra parte inconscia da capire, svelare, comprendere, alla nostra capacità di venire a patti con essa e con la nostra anima, o con il nostro animus, se parliamo delle donne, e scomodiamo con questo dei termini che non sono solo psicologici, ma ci indicano la via per trovare l’armonia, ma per fare questo bisognerebbe cominciare a credere che davvero la proiezione dei nostri difetti sugli altri abbia un senso, e che il Sole simboleggia la nostra parte maschile e la Luna quella femminile, e dire queste cose implica notare qualcosa di vero sulle teorie di Yin e Yang, dei cicli cosmici, del sentiero del Tao, della notte e del giorno, del buio e della luce….. insomma, troppe cose da capire, meglio guardarsi un episodio di “Mc Gyver”, dove, peraltro, si parla di cose serie e non ci sono nemmeno risate registrate in sottofondo, altroché il Sole e la Luna, sì sì, ahaha.
E poi ci vengono anche a raccontare che l’acqua è in rapporto con le nostre emozioni, che l’elemento terra simboleggia il mondo fisico e materiale, che l’aria governa il pensiero e il fuoco le nostre energie vitali; certo che ce ne vuole di fantasia!! E c’è chi crede che i 12 segni dello zodiaco non siano solo dei simboli inventati per gioco o per riconoscere i mesi dell’anno, ma che siano in rapporto con qualcosa di più profondo. Pensa, c’è chi dice che sono 12 perché con questo numero si indicano le 12 fasi dell’esperienza umana e individuale, e che nascondano degli archetipi o modelli di comportamento…. che fantasie!!
E il bello è che vogliono convincerci del fatto che abbiamo tutti un destino, mentre il destino ce lo creiamo solo noi, perché nessuno può decidere per noi.
E allora parliamo seriamente, perché a questo punto non se ne può più di falsi saccenti e presuntuosi che non hanno il coraggio di guardare le cose come stanno e imparare a farsi un esame di coscienza, dando tutto per scontato e credendo solo ai loro occhi e non oltre la punta del loro naso.
Tutta la vita nasce dall’acqua certo, perché le emozioni sono la nostra fonte di energie più potente, e nel nostro inconscio emotivo, come nel profondo del mare, germina la vita e prende forma il nostro avvenire; il primo segno dello zodiaco è l’Ariete, ma questo non vuol dire che i nati sotto questa costellazione siano solo impulsivi e testardi, un atteggiamento che resta fondamentalmente vero per tutti i nati, ma che cambia a seconda degli altri valori presenti nel tema astrale di nascita, della posizione dei pianeti, e soprattutto dell’Ascendente, il nostro temperamento e la nostra personalità più evidente, ma vuol dire molto più di questo; il grafico astrale di nascita è la nostra carta d’identità planetaria, ci indica “chi siamo”, qual è il nostro cammino, le nostre esperienze, il nostro modo di osservare la vita, viverla, comprenderla, ci mostra i nostri pregi e i nostri difetti, il tipo di situazioni che ci si prospetteranno, le nostre energie, le nostre emozioni, i nostri bisogni, come lottiamo per conquistare ciò che desideriamo, come esprimiamo il nostro affetto, come ci laviamo, vestiamo, il tipo di casa che amiamo, completa di arredamento, illuminazione, terreno sul quale verrà a trovarsi….. ci mostra i nostri fantasmi interiori, il nostro rapporto con l’ambiente familiare, il vissuto affettivo infantile, i nostri traumi psicologici, i nostri rapporti matrimoniali e… come se non bastasse, come facciamo l’amore. Il nostro tema astrale”siamo noi”, niente di più e niente di meno, è la rappresentazione in cielo della nostra presenza sulla terra, perché…. così in alto così in basso, come in cielo… così in terra. Ma credere a tutto questo significa credere nella vita, credere in Dio, dare un significato non solo al nostro agire individuale, ma al nostro operato in relazione al mondo e all’universo, e vederci come piccole tessere di un infinito mosaico che si muove, vive ed opera secondo le nostre stesse leggi. Noi siamo qui per un motivo, non scendiamo sulla terra a caso, e ancora meno è un caso tutto ciò che ci accade, di bello o di brutto, durante questa nostra esperienza in questa dimensione. Ma crederci è anche cominciare a ragionare in termini più umani, e l’uomo di questi tempi, per la maggior parte, è tutto fuorché… umano.
Vivere è molto di più, è diventare consapevoli del fatto che il nostro operato s’inserisce in un contesto più ampio del nostro piccolo mondo, e che il nostro compito esistenziale ha invece a che vedere con il cosmo e con l’evoluzione del “Tutto”, cui collaboriamo attraverso le nostre predisposizioni, il tipo di karma che ci portiamo sulle spalle da un lontano passato, e soprattutto con il “motivo” della nostra vita, cioè con lo svolgere un determinato ruolo in rapporto a certi problemi specifici del mondo e della società. Uno dei più grandi astrologi americani, Dane Rudhyar, dice che il nostro tema astrale è un “set di istruzioni per l’uso” di cui Dio stesso ci ha fatto dono per districarci nella giungla di questa vita terrestre. Una grandissima e compianta astrologa italiana, Lisa Morpurgo, diceva che “il nostro destino si compie perché siamo geneticamente predisposti a collaborare al suo svolgimento”, ma per capire queste cose, bisognerebbe innanzitutto accettare di voler davvero saperne qualcosa, di non essere ironici su ciò che non si conosce, perché l’intelligenza di una persona ha a che fare anche con l’evitare di voler a tutti i costi criticare ciò di cui non sa un bel niente. Purtroppo l’astrologia è una scienza tanto antica quanto sconosciuta alla massa, che invece si basa per le sue critiche fuori luogo su quello che secondo me resta l’errore più grande fatto dagli astrologi contemporanei, la stesura degli oroscopi giornalieri segno per segno, cosa che non ha niente a che fare con la vera astrologia, ma al contrario è solo un modo per farsi ridere dietro da chi legge queste poche righe sui quotidiani non potendo fare altro che constatarne l’evidente mancanza di attinenza con la realtà. E questo succede per un motivo logico, e cioè il fatto che si tratta di considerazioni molto generali avanzate sulla base della posizione del Sole e solo di quello, e nonostante il fatto che non potrebbe essere altrimenti, si confondono le idee delle persone anziché chiarirgliele. D’altra parte, comunque, chi vuole sapere davvero di cosa si parli, dovrebbe cercare altrove.
Ognuno di noi è una persona unica in tutto il mondo, perché solo lui è nato a quell’ora, in quel giorno, in quel posto, e se anche nel suo stesso luogo di nascita in quel momento è nato qualcun altro, va considerato l’ambiente in cui cresce vivendolo con le stesse predisposizioni, ma bisogna tenere conto che i gradi dello zodiaco, e quindi di un cerchio, sono 360, ognuno dei quali rappresenta un simbolo e quindi un motivo psicologico, e che anche solo 4 minuti di orologio bastano per cambiare completamente la scena della vita.
Tornando alle costellazioni, bisognerebbe capire che noi siamo come le piante, abbiamo delle radici dalle quali siamo nati, e che sono in analogia con il nostro passato e con il nostro ambiente, e maturiamo sui tempi lunghi raccogliendo ciò che abbiamo seminato. Nel seme da cui siamo nati vi è racchiuso tutto ciò che ci viene dato alla nascita, e quando avremo dei figli passeremo loro lo stesso seme arricchito dalle nostre potenzialità, capacità, esperienze di vita. Il seme maschile, in astrologia, è simboleggiato dal pianeta Plutone, significatore dello sperma e dei testicoli, dell’istinto creativo primordiale, della nostra creatività profonda, e la posizione di questo pianeta all’interno di un cielo di nascita dà indicazioni su questi lati della persona, se uomo, e del suo rapporto con la sessualità maschile da parte di una donna. In una trasmissione di poco tempo fa, si parlava del fatto che l’uomo si identifica con il suo organo riproduttivo, che è una cosa scontata da sempre, ma non perché sia sbagliato, ma al contrario perché è una cosa naturale. Il pianeta che simboleggia il pene, è Marte, e la sua posizione in una carta del cielo ci dà indicazioni sulla nostra sessualità, sul desiderio, sul nostro rapporto con l’aggressività, l’azione, la forza vitale, e tutto ciò non solo in termini fisici, ma prima di tutto psicologici. Marte e Plutone mostrano, sulla carta, come noi usiamo queste funzioni nella vita, e allo stesso modo di come agiscono gli organi sessuali maschili, così Marte è l’azione che segue i desideri e gli istinti primordiali ispirati da Plutone. L’ho detto, l’ astrologia è conoscenza prima che previsione, e voler sapere come siamo solo dalla posizione del Sole, è come dire che ci basta sapere ciò che vogliamo, il nostro scopo cosciente, ma non ci interessa niente delle nostre emozioni e della nostra sensibilità, del nostro rapporto con il femminile, con l’archetipo della donna in generale, tutto ciò simboleggiato dalla posizione della Luna, di come esprimiamo l’amore e l’affetto (Venere), di come comunichiamo, pensiamo, dei nostri interessi e della nostra intelligenza (Mercurio), né vogliamo conoscere il nostro tipo di ottimismo (se lo abbiamo), le nostre aspettative verso il futuro e quindi sul nutrimento e l’espansione materiale, sociale, psicologica (Giove), tantomeno, per carità.se siamo logici e abbiamo senso del dovere, delle responsabilità, di come affrontiamo gli obblighi e gli ostacoli (Saturno). Oltre a questi sette pianeti tradizionali, ve ne sono 3 di generazionali, che danno un’impronta alle caratteristiche psicologiche collettive in un dato periodo; essi sono Urano, la forza di decisione, Nettuno, il valore della metamorfosi e del cambiamento, e Plutone, l’ultimo e più lento, che indica la forza “rigeneratrice”. Il Sole insomma, è un po’ pochino…!!!

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