Plutone non è piu’ un pianeta?

Plutone non è piu’ un pianeta?

PLUTONE NON È PIÙ UN PIANETA?
di Stefano Capitani

PLUTONE DECLASSATO A PIANETA NANO:
L’Unione Astronomica Internazionale, durante l’annuale congresso tenutosi quest’anno (2006) a Praga, ha retrocesso Plutone a “pianeta nano”.
Questa decisione è stata molto sofferta e per nulla scontata fino alla fine del convegno, visto che molti congressisti erano favorevoli ad un ampliamento del numero dei pianeti del Sistema solare in considerazione delle recenti scoperte di nuovi corpi celesti.
I fautori dell’allargamento planetario partivano dall’assunto che per pianeta si poteva definire un oggetto di massa rilevante, tale che la sua forza di gravità gli conferisce una forma sferica.
Se però fosse passata questa definizione sarebbe stato necessario includere fra i pianeti anche Cerere (un corpo che orbita fra Marte e Giove, poi anche Caronte (satellite di Plutone) e ancora un altro corpo minore che si trova ben oltre Plutone, scoperto nel gennaio 2005, battezzato inizialmente con la sigla provvisoria di “2003 UB313” e poi chiamato ufficialmente Eris.
Ma questa proposta ha suscitato un’ondata di proteste fra molti astronomi dell’Unione, la cui maggioranza si è espressa contro, ricordando che ci saremmo in breve trovati con un Sistema solare affollato di decine di pianeti, dato che si sarebbero aggiunti nuovi corpi transplutoniani, simili a Eris, di cui si prevede la scoperta nei prossimi anni grazie all’affinarsi delle tecniche osservative. Pertanto alla fine, tra mille polemiche, è passata una definizione di PIANETA più articolata che e la seguente: “corpo celeste che orbita attorno ad una stella (ma che non è esso stesso una stella) la cui massa sia sufficiente a conferirgli una forma sferoidale e la cui fascia orbitale sia priva di eventuali corpi di dimensioni confrontabili o superiori”.

Per completezza di informazione l’U.A.I. ha inoltre classificato tutti gli altri corpi del nostro Sistema Solare in:
– NANOPIANETI  (corpi celesti in orbita attorno al Sole oltre l’orbita di Nettuno con dimensioni ragguardevoli ma non tali da rientare nella definizione di pianeta; se ne contano decine ma si prevede che presto diventeranno centinaia);
– PICCOLI CORPI (asteroidi, comete e oggetti minori che si incontrano nel sistema solare).
Ebbene, con la sopracitata definizione di PIANETA è stato decretato di fatto il declassamento di Plutone a “pianeta nano”, in quanto esso non è affatto dominante nella sua regione di spazio orbitale.
Queste sono in sintesi le recenti cronache astronomiche, ma a noi interessano soprattutto le connessioni astrologiche di tale accadimento.
Le evidenze simboliche di Plutone come “pianeta” dal punto di vista astrologico (quindi con domicili ed esaltazioni nei segni) accertate fino ad oggi sono talmente tante che senza dubbio si è arrivati ad un punto di non ritorno a tal proposito ed è forse proprio per questo che il suo “status” di pianeta così come lo conosciamo oggi è potuto morire astronomicamente. Con la sua morte “l’essenza” plutoniana è destinata a cedere il passo ad una nuova rinascita ma con caratteristiche trasformate e più raffinate, perfettamente in linea con l’energia di Plutone che è trasformatrice ed eliminatoria, ma che prevede, pur tuttavia, anche sempre una rinascita. Ma trasformazione del sé e rinascita non possono manifestarsi se rimaniamo aggrappati allo status quo ed ecco che quindi che il suo declassamento può anche avere un sottile significato simbolico.
Probabilmente a livello astronomico è morta “ufficialmente” la concezione tradizionale del nostro sistema solare con il Sole e la sua corte di 9 pianeti e si sta affacciando timidamente alla collettività un concezione sistemica più allargata e globale. Infatti, per gli “addetti ai lavori” la necessità di definire che “cosa” è un pianeta è nata dalle moderne tecniche osservative che hanno già permesso l’individuazione di molti planetoidi ghiacciati orbitanti nelle regioni periferiche del sistema solare di dimensioni confrontabili o addirittura superiori a quelle di Plutone.
Inoltre, in una visione ancora più allargata, vi è la quasi certezza che oltre Plutone il sistema solare sia letteralmente avvolto da quella che è chiamata la Nube di Oort che si estende sino a circa 1,5 anni luce e che sembra contenere miliardi di oggetti, prevalentemente comete di lungo periodo come la Hale-Bopp.
E Plutone potrebbe essere il rappresentante simbolico di questa immensa nube, in qualità di primo grosso corpo celeste avvistato nella fascia di Kuiper che è un’altra nube di nuclei cometari a corto periodo, a forma toroidale e schiacciata sul piano dell’eclittica, che circonda la zona planetaria del Sistema Solare a partire da poco oltre l’orbita di Nettuno e che si estende fino a fondersi con la Nube di Oort stessa.
La nube di Oort e la fascia di Kuiper con ogni probabilità sono due residui “fossili” della nascita del Sistema Solare che si formò circa 5 miliardi di anni fa dall’addensamento di una enorme nube primordiale di gas e polveri. Il collasso di questa nube nella parte centrale ha dato origine al Sole e ai pianeti interni, e il materiale in orbita nella sua regione periferica ha formato i grandi pianeti gassosi, come Giove e Saturno. I detriti molto periferici non si sono aggregati in qualcosa di più consistente, ma sono rimasti in disparte fino ad oggi, guardando da lontano il vorticoso moto dei pianeti.
Gli astronomi sembrano concordare sul fatto che Plutone si sia formato con ogni probabilità all’interno della Fascia di Kuiper, ed ecco pertanto spiegato perché Plutone potrebbe essere il rappresentante simbolico, “il pianeta astrologico” di queste due nubi.
Tra l’altro i nuclei delle comete della nube di Oort sono tra gli oggetti più scuri conosciuti, alcuni sono più neri di una lavagna! Si pensa che il colore scuro derivi dai composti organici che dovrebbero abbondare in superficie, molecole che secondo alcune teorie sarebbero state le basi chimiche indispensabili alla nascita della vita.
Come non vedere simbolicamente nel nero dei nuclei cometari e nel potenziale di fertilità di alcune sostanze organiche in esse presenti una forte attinenza con Plutone?
E dunque una possibile ipotesi di studio astrologico potrebbe proprio essere quella di considerare Plutone con dignità di “pianeta” (al di la della nuova classificazione astronomica) proprio perché capostipite e rappresentante visibile di queste “potenzialità creative organiche” insite nella Nube di Oort.
Si può pertanto affermare, con ragionevolezza, che una nuova ulteriore visione allargata del sistema solare porterà – per analogia – a nuove illuminazioni anche in campo astrologico.
Dopotutto la modernità di oggi è destinata a divenire l’antichità di domani…!
Naturalmente le nuove frontiere non potranno mai smentire totalmente quanto fino ad ora è stato postulato, sia a livello di schemi teorici astrologici che di concetti psicologici ad essi associati, nel senso che probabilmente si riuscirà ad inquadrare il tutto in una visione superiore ma che conterrà certamente delle risonanze con quanto fino ad oggi accertato.
La “qualità” del tempo attuale la si potrebbe paragonare alla chiusura di un ciclo quando è imminente l’apertura del successivo… appunto…morte e resurrezione!
A tal fine sono illuminanti alcune parole di Dane Rudhyar, dove, a proposito della Luna Balsamica (3 giorni e mezzo prima della Luna nuova), parla di personalità, nelle sue manifestazioni più elevate, profetica e totalmente orientata al futuro anche se sente di essere il prodotto finale del passato tanto da accettare il “sacrificio e martirio” per amore del futuro, sia che si tratti del futuro di un piccolo gruppo che dell’umanità nel suo complesso. …Questo pensiero si può prestare benissimo anche alla simbolica morte di Plutone!
Nell’attuale situazione geopolitica come poi non vedere il fanatismo ideologico e l’attuale problema dei kamikaze???
E se a livello biologico gli spermatozoi/Plutone devono eseguire un lungo e difficilissimo viaggio di 18 cm, prima nella cavità uterina e poi nelle tube di Falloppio prima che il vincitore raggiunga l’obbiettivo finale – l’ovulo/X -, l’attuale fase dell’umanità e la recente decisione astronomica potrebbero essere paragonate allo spermatozoo vincitore che è entrato (o che sta per entrare) dentro il guscio dell’ovulo determinandone però la “morte/Plutone” dell’entità precedente (lo smarrimento attuale), perdendo la coda per poi avanzare, molto lentamente, con la testa verso il centro dove si dilaterà e si organizzerà nel pronucleo paterno della nuova creatura e quindi – per analogia – una nuova grande era dell’umanità!
Chissà…certo è che i tempi sembrano maturi anche la reale scoperta astronomica di X.

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