Tiziano Terzani

Tiziano Terzani

di Clara Tozzi

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Tiziano Terzani, giornalista, corrispondente dall’Asia per settimanali e quotidiani, ha scritto anche diversi libri, alcuni sotto forma di reportage di viaggio, fino al grande successo editoriale di ‘Un indovino mi disse’, in cui racconta di un anno in cui attraversò l’Asia senza mai usare l’aereo, vivendo attraverso questo cambiamento una trasformazione del suo modo di essere. Nel 2004 è uscito ‘Un altro giro di giostra’, in cui racconta il suo personalissimo modo di affrontare un cancro, le sue riflessioni sulla vita, sulla malattia, sulla morte. E’ deceduto proprio nel 2004, mentre nel 2006 viene pubblicato ‘La fine è il mio inizio’, dove sono raccolte le conversazioni scambiate negli ultimi mesi di vita con il figlio.

La sua vita è stata alla continua ricerca di qualcosa, attraversando grandi trasformazioni, sperimentando sempre sulla sua pelle quello che poi ha sentito di dover comunicare agli altri, al mondo, attraverso i suoi libri.

E’ nato a Firenze il 14 settembre 1938, alle ore 19.15, secondo i dati da lui riportati in “Un indovino mi disse”, quindi ha il Sole in Vergine in VI casa, l’ascendente in Ariete con Saturno proprio sopra, che non fa particolari aspetti con nessun altro pianeta. E’ un bell’esempio che ci permette di uscire finalmente dall’immagine – stereotipata quanto non corrispondente- della Vergine pignola, maniacale e limitata, tutt’al più dedita a microchip e a far funzionare qualche macchinario. Certo, c’è in lui un fondamentale bisogno di diventare costruttore di sicurezze (sei pianeti in segni di terra, otto posti sotto l’orizzonte), infatti la proposta che sembrava inizialmente fargli la vita era modesta: suo padre era un meccanico, la sua famiglia aveva quindi scarse possibilità e lui era destinato ad andare a lavorare nell’autorimessa con il genitore subito dopo la 5° elementare. Ma le sue risorse erano ben altre, bravissimo negli studi, i suoi insegnanti convinsero via via la famiglia a farlo studiare (IX casa in Sagittario, Giove in XI casa, le istituzioni lo hanno appoggiato nella realizzazione della sua strada, della sua vocazione) e con il massimo dei voti vinse una borsa di studio dietro l’altra fino a laurearsi in giurisprudenza alla Normale di Pisa.

Il suo Sole è strettamente legato a Nettuno, trigono alla Luna e a Urano, quindi possiamo capire quanto il lavoro sulla sua identità sia stato complesso, quanto le suggestioni provenienti dall’inconscio abbiano continuamente arricchito (o minacciato, dipende dai punti di vista…) la sua vita, la sua crescita, spesso attraverso un’inquietudine ‘rumorosa’, che andava a destabilizzare continuamente quello che da una parte l’Io tentava di mettere insieme. Nel suo tema la grande questione libertà, fuga, evasione / stabilità, sicurezza è ripetuta continuamente, e non solo dal Sole nel segno di terra vergineo che deve fare i conti con il legame con Nettuno in VI casa! C’è in lui un lavoro interno incessante basato sul confronto, che doveva portarlo a capire chi era veramente basandosi sulle differenze e spesso sulla competizione (più dialettica che altro, Marte governa l’ascendente ma è congiunto a Mercurio, governatore del Sole, in Vergine e in opposizione a Giove), per arrivare a comprendere il proprio LIMITE, per superarlo ed arrivare a quello successivo. La sfida, elevata, era arrivare a Nettuno, attraverso un progressivo distacco dalla materia, andando a contattare un senso di unità interno a cui anelava, e che ha molto a che fare con il raggiungimento della vera libertà.

Nettuno non è un contatto facile per il Sole, soprattutto per la costruzione dell’identità maschile: lui spinge costantemente a trascendere l’identità, e nella prima parte della vita può essere percepito come una costante minaccia di dissoluzione. Nella vita di Terzani si è manifestato subito attraverso l’archetipo dionisiaco: la sua mamma desiderava una bambina, e come bambina l’ha allevato e vestito nei primi anni di vita, impedendogli di giocare con i coetanei in cortile, anche perché era ossessionata dalla pulizia.

E’ straordinaria la precisione con cui l’astrologia ci mostra sempre alcuni dettagli come questo, il vissuto limitante – Vergine in VI casa – dato dalla maniacalità di questa madre controllante, vista come Luna/Urano in Toro in I casa, ma che si esprimeva anche in famiglia come M.C in Capricorno e Saturno in Ariete. La madre rappresentava (mettendo in scena all’esterno quella che era una configurazione interna) il blocco continuo alla sua esuberanza fisica infantile, la grande forza e impulsività arietine erano controllate, messe a freno, tutto veniva messo in dubbio, congelato. Lui sentiva la necessità di operare una VALUTAZIONE logica prima di buttarsi, cosa che per l’ascendente Ariete è particolarmente frustrante; dall’altra parte però c’era in lui una grande capacità di essere costante e determinato, che altrimenti il segno di fuoco non avrebbe potuto garantire.

C’è un profondo senso in tutto ciò, naturalmente coerente con il progetto della sua vita: Saturno è andato a proteggere ed a limitare fin dall’inizio la personalità di Terzani, costituisce la maschera che gli ha dato quella sensazione di forza che gli ha permesso poi il lungo lavoro di destrutturazione (soprattutto durante la sua malattia, altro segno della VI casa) che l’ha portato a diventare il ’senza nome’. Della madre lui dice che era troppo protettiva, e che appena è stato ragazzo “è stata tutta una fuga da lei” . Dice anche, parlando col figlio: “Sai, quella dello scappare è sempre stata la mia natura, che in un senso è positiva, ma anche molto negativa. Perché scappando, scappavo anche dalle responsabilità, quelle di tipo politico per esempio. Non c’è dubbio che avrei potuto fare una carriera politica. Ma sentivo che quello non ero io.  Io mi sono sempre sentito un evaso. Andare avanti, guardare. Curiosità del nuovo, del diverso. Mi è sempre interessato il diverso. La fine è il mio inizio – pag.164, 165)

In queste parole possiamo leggere il lacerante conflitto Nettuno/Saturno, la necessità di adeguamento, di essere visto come una persona capace, seria, affidabile che si sentiva ‘tirata’ da una parte erratica, nomade, avventurosa, esploratrice, avida di esperienze ma terribilmente instabile, disgregante, sensibile, quella che lui percepiva ‘diversa’. Negli anni in cui era corrispondente dall’Indocina, quando girava per la Cambogia e il Laos, si ritrova a fumare l’oppio, di sé dice che era “forte”, che gli interessava più l’atmosfera che l’oppio e che per questo non ne diventò mai dipendente. A mio avviso la sensazione di forza gli era data dalla grande presenza di segni di terra e da quel potente Saturno isolato che non si relaziona con nessuno – ma anche la Luna in Toro, il Sole in VI casa lo rendono fondamentalmente resistente. E’ comunque davvero significativo il passaggio attraverso l’uso di sostanze stupefacenti, che precede quello che in seguito diventerà ricerca spirituale – esperienza nettuniana più evoluta, che lo avvicinava all’obiettivo di superare i confini della realtà per trascenderla, vedendo un significato diverso nella propria vita e nella vita stessa. Anche questa volta Saturno gli avrebbe dato i suoi doni in cambio di quello che aveva trattenuto, attraverso il raggiungimento di una disciplina interiore base di una nuova stabilità, perché Nettuno ha bisogno di Saturno per non perdersi, per arrivare a qualche meta concreta.

Come Vergine ha sentito fortemente il bisogno di migliorarsi, di diventare sempre più competente, di essere sempre informato, di ogni paese in cui è stato ha approfondito sempre tutti i dettagli della storia, ha cercato di entrare nello spirito della gente, ha messo nella sua attività quel senso del servizio così importante per ogni esponente del segno. Anche mettendo al lavoro Venere in Scorpione in VII, quadrata a Plutone, che ci mostra come non poteva mai credere a quello che vedeva, doveva andare a cercare la verità, fiutando l’imbroglio e la manipolazione – strumenti che l’hanno condotto ad essere un giornalista spesso scomodo per i potenti.. Una parte notevole nel suo lavoro deve averla avuta anche la sua necessità discriminante – altro compito del Sole in Vergine – utilizzando la sua capacità di analizzare tutti i dettagli per dedurre il funzionamento delle cose.

Il Sole in VI casa poi era visibile nella sua attenzione a tutti i particolari organizzativi, ha sempre pianificato e perseguito nel tempo i suoi obiettivi. Andare in Cina, per esempio, è stato un grande progetto per cui ha lavorato per lunghi anni: lavorava all’Olivetti ma ha trovato il modo di avere una borsa di studio alla Columbia University e per due anni ha studiato lì cinese e cultura orientale; da quel momento ha lavorato in continuo avvicinamento fino ad essere nel 1980 (dopo 13 anni!) nel primo gruppetto di giornalisti occidentali ammessi a vivere a Pechino.

Anche da questo particolare è possibile dedurre l’imbrigliamento con cui in realtà ‘legava’ tutta la sua inquietudine e la sua ricerca di libertà. Nella dinamica Saturno/Nettuno si inserisce infatti prepotentemente anche Urano, collocato in prima casa legato alla Luna, ed insieme ad essa in trigono al Sole: ed ecco motivati ampiamente la sua originalità di pensiero, la sensazione interna di precarietà, l’inevitabile ribellione allo status quo, la spinta verso la rivelazione della verità. Uraniano è stato anche il ritmo della sua vita, i continui cambiamenti, un certo modo di essere anticipatore dei tempi, le opportunità che ha avuto e che ha colto al volo, il modo in cui ha trasformato il suo pensiero, i suoi ideali nel tempo. Uraniano era anche il suo modo di vestire, sempre di bianco, che faceva sì che lo si potesse riconoscere subito in mezzo agli altri.

E’ molto interessante anche il profondo equilibrio che trovò con la sua compagna di vita, madre dei suoi due figli, che incontrò quando aveva 19 anni. Dice di lei: “Era diversa, diversa da tutte quelle fighette era il contrario di tutto quello che erano le altre. E io ho sempre adorato l’altro, il contrario. lei era tutto. Primo, costituiva una certezza attorno alla quale tutto girava, una certezza di libertà e un senso di sicurezza.” Parlando col figlio aggiunge: ” La mamma per me è stata un metro di paragone e anche un giudice, che ho sentito, di moralità, di drittezza”. Che bella descrizione della sua Luna in Toro congiunta ad Urano e del discendente Bilancia con Venere in VII! Nella moglie Terzani trovò il modo di vivere (certamente proiettandone una grande parte) una congiunzione particolarmente difficile, sicurezza e libertà molto difficilmente vanno d’accordo, il Toro poi è un segno che parla di bisogni emotivi ed affettivi anche di tipo tradizionale, mentre Urano rappresenta il massimo dell’anticonvenzionalità e del distacco; ma loro riuscirono a mantenere una relazione intensa nel tempo, lei ed i figli lo seguirono spesso nel suo peregrinare attraverso l’Asia, ma altrettanto spesso lui era solo, sia quando riteneva un luogo troppo pericoloso, sia quando sentiva il bisogno di vivere una qualche esperienza senza condividerla. Così fuggiva dalla realtà/sicurezza rappresentata dalla moglie/famiglia senza mai perdere quel porto a cui poteva riapprodare per ricaricarsi e sentirsi protetto e amato. La moglie è nata il 9 aprile (non conosco l’anno), quindi il suo Sole Ariete è congiunto al Saturno/Ascendente di Terzani, perfetto faro alla cui luce trovare la strada di casa.

Nel 1984 viene arrestato ed espulso dalla Cina, accusato di attività sovversive, ed in seguito va a lavorare in Giappone, dove con la famiglia si stabilisce per 5 anni . Terzani dice che dagli anni vissuti in Giappone, dalla grave depressione di quel periodo, secondo lui è nato il suo male, il cancro. Certo in quel periodo ha sentito una profonda infelicità, a mio avviso originata anche dalla delusione nettuniana dell’ideale cinese che aveva inseguito per tantissimi anni, sprofondato poi in una realtà imprigionante, incapace di costruire una nuova spinta per andare oltre. L’avventura cinese era nata in un momento molto particolare, dopo i quarant’anni, con Urano opposto alla Luna/Urano ed a Giove natali e Nettuno quadrato a Sole/Nettuno: c’era da sospettare che la caduta sarebbe stata rovinosa. Infatti andarono in crisi tutti i suoi ideali politici, il suo sogno di una società comunista in cui vivere tutti uguali ed ugualmente liberi e felici (ricordiamo il suo Giove, governatore della IX casa, in Acquario in XI casa, quadrato alla Luna/Urano in Toro ed opposti a Mercurio/Marte , VI casa). Racconta Terzani: “Eravamo partiti con l’intenzione di interessarci alla politica di Mao, ma ben presto questo interesse prese un’altra piega. Come soluzione ai problemi dell’umanità quella formula era proprio fallita . Non ho più scritto un vero pezzo politico. La politica proprio non mi interessava più, avevo capito che la politica non era la soluzione a nulla soprattutto mi ha deluso la politica stessa come strumento di cambiamento. E da qui il mio passo verso l’unica rivoluzione che serve, quella dentro di te.”

Fantastico, vero? Giove in XI casa rappresenta molto bene il suo ideale da riformatore del mondo, ma questo ideale andava trasformato radicalmente per permettergli di vedere oltre, come il Sole gli chiedeva: di arrivare all’idea che nulla può la politica senza la trasformazione di ogni uomo all’interno, poiché la vera rivoluzione è soggettiva, è interna, l’illuminazione.

I transiti come sempre non ci raccontano quanto avvenne, ma i tempi come maturarono.

La bolla dell’illusione si formò nel 1980 e scoppiò quattro anni dopo, mentre l’elaborazione del lutto avvenne negli anni successivi (in Giappone), col transito di Plutone in Scorpione prima su Venere e poi in opposizione alla Luna/Urano ed in sestile al Sole.

Nel 1990 si trasferisce a Bangkok, e nel 1993 sta un anno senza usare l’aereo, usando invece navi, treni, elefanti ed altri mezzi, spesso di fortuna, viaggiando quasi sempre da solo. In quell’anno Urano e Nettuno erano insieme in Capricorno nella X casa, al quadrato di Saturno/Ascendente Ariete, ed in più formavano bellissimi trigoni alla Luna/Urano e al Sole Nettuno – infatti mi pare molto appropriato il suo commento sintetico di quell’esperienza: “Libero, senza limiti!”

L’anno successivo cede la casa di Bangkok e va a vivere (sempre d’accordo con la moglie, che si trasferisce presso comuni amici con i figli) in un bungalow da solo, mentre scrive “Un indovino mi disse”, il libro che col successo editoriale che ha avuto gli ha permesso di staccarsi dal giornalismo. Quel libro segna la sua grande trasformazione, che i transiti segnalavano molto bene, infatti l’esperienza giornalistica era ormai esaurita. Terzani, che come ormai sappiamo bene aveva in sé un continuo bisogno di cambiare sia il modo di esprimersi che quello di vivere, racconta: “ogni volta tornavo dai viaggi disperato, non avevo più voglia di andare in qua e in là. (…); cominciò con questo senso di libertà infinita che auguro a ogni uomo o donna sulla terra”.

Una tappa importante del suo viaggio inizia a 59 anni, quando scopre di avere un tumore al colon, nel 1997. I quattro pianeti in Vergine ed in VI casa possono farci pensare ad una certa facilità alla somatizzazione dei conflitti, che indubbiamente dalla carta di Terzani emergono numerosi. In particolare il Sole in Vergine ha cercato di controllare (e Nettuno di sublimare) una potente forza istintuale, che possiamo leggere nell’ascendente Ariete ed in Plutone in Leone in V casa, e che lo rendevano così magnetico, dalla personalità carismatica ed energetica, ma anche ambiziosa, insicura e capace di andare occasionalmente fuori controllo. Il controllo infatti sembra l’impegno a cui sono votate le forze indicate da un’altra grossa parte del tema, dal segno della Vergine (oltre al Sole dà un grosso contributo Marte), da Saturno in Ariete, dalla Luna in Toro, dalla quadratura che Venere fa dallo Scorpione! Ovviamente in questa dinamica c’è una forte componente ereditaria, visto che sono coinvolti i Luminari ed i governatori dell’asse IV/X ( infatti del controllo abbiamo parlato a proposito della madre).

Saturno è al suo secondo ritorno, di nuovo sull’ascendente, mentre Marte e Mercurio (i governatori sia del Sole che dell’ascendente), in VI casa, stanno ricevendo il quadrato di Plutone dall’VIII. Inizia un doloroso percorso fatto di interventi e di cure, passando prima per la medicina occidentale più moderna e più invasiva, poi per l’omeopatia, la medicina tibetana, quella cinese, lo yoga, le pappe più improbabili, le bevande più miracolose….fino a prendere lentamente coscienza di quello che andava cercando. Fu allora che incontrò un vecchio saggio e che decise di passare del tempo – in parte con lui, in grande parte solo – in una piccola costruzione sull’Himalaya, lontano dal mondo. “Un altro giro di giostra” è il suo libro in cui racconta i sette anni durante i quali prima ha combattuto il cancro e poi ha cercato se stesso. Dice:” La storia di questo viaggio non è la riprova che non c’è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito tantissimo. E’ così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita.”

Il lavoro creativo, lo scrivere della sua esperienza, è stato un modo molto positivo per esprimere l’energia nettuniana nel suo viaggio personale, ma anche un modo per realizzare parte del suo viaggio collettivo: il terzo passaggio di Saturno poi chiedeva di dare ai posteri qualcosa della propria esperienza, e così lui ha fatto, trasferendo il modo che ha trovato per trascendere le proprie difficoltà personali, per arrivare ad un punto in cui la propria individualità non aveva più un’importanza centrale. E l’ansia (Mercurio congiunto a Marte in VI) cessò finalmente di divorarlo, lasciando al suo posto una grande pace e quel distacco dalle cose, dalla materia, che Nettuno gli suggeriva fin dalla nascita.

Terzani muore con il transito di Plutone in quadratura al Sole/Nettuno e quello di Urano in opposizione a Mercurio/Marte, i punti nevralgici del suo tema: è sereno, preparato all’ultima trasformazione, che accoglie senza resistervi, in qualche modo preparato, forse perfino curioso, comunque con un distacco che ha conquistato con grande impegno, con dedizione. Forse anche con passione, come se fosse qualcosa che aveva perduto, ma che gli apparteneva.

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