Pulizie Pulite
Articolo pubblicato su Il segno di Branko di Aprile 2006
In questo periodo l’abitudine alle “pulizie di Pasqua” ripropone in forma condensata il paradosso moderno che ha reso l’igiene domestica sinonimo di inquinamento ambientale. Vediamo come è possibile rispettare i quattro Elementi spendendo meno e guadagnandoci anche in salute.
di Sandra Zagatti
“Aprite le finestre al nuovo sole, è primavera!”… cantava una vecchia melodia, ammiccando all’arrivo di una nuova stagione del cuore.
In verità la tradizione delle pulizie primaverili nacque da un invito della Chiesa ad estendere la purificazione pasquale alle case: insomma un precetto religioso ma anche salutare, che permane come usanza di benvenuto alla bella stagione anche senza essere più altrettanto necessaria. Non c’è dubbio infatti che oggigiorno puliamo molto più spesso, nonché più velocemente: è vero che abbiamo l’aiuto degli elettrodomestici e quindi diverse incombenze in meno, ma abbiamo anche, in più, un’ossessione igienica quasi paranoide, alimentata da assurde campagne pubblicitarie. Di conseguenza, la velocità dei nostri ritmi di vita (e di pulizia) è cresciuta proporzionalmente alla quantità di prodotti chimici: detergenti, disinfettanti, sbiancanti, lucidanti che ci illudiamo possano sostituire il tempo che non abbiamo o che preferiamo usare in alto modo. Oggi la televisione ci propone immagini di casalinghe sui tacchi che in un baleno trasformano la casa in uno “specchio”, brillante come il sorriso dell’orgoglioso marito. Oggi ogni germe, batterio o microscopico organismo è visto come un cittadino pericoloso per la comunità, da espellere con ogni mezzo e a qualsiasi costo, mentre non sono certo le patologie infettive in aumento, bensì le allergie, le intossicazioni, le irritazioni cutanee, le debolezze immunitarie… Eppure, oggi, sembra che la nostra coscienza ambientale si fermi ai muri di casa, o meglio agli scarichi: quella soglia dell’oblio in cui riversiamo ogni sorta di porcheria, alla faccia dei quattro Elementi che stanno tutti, prima o poi, dall’altra parte.
Ma è davvero possibile, ormai, fare qualcosa nel nostro piccolo per interrompere questo paradossale processo? Certo che sì: non solo è possibile ma doveroso, tra l’altro meno dispendioso di tempo (oltre che di denaro) di quanto possiamo pensare. E le prossime pulizie di primavera possono essere l’occasione giusta! Vediamo come.
Una volta per pulire non occorreva molto più dell’acqua e dell’olio di gomito, ma anche nella nostra era di specializzazioni ciò che serve è una minima parte di quanto solitamente stipiamo in armadietti e ripostigli, e soprattutto è in maggioranza già presente… in cucina. Mi riferisco a prodotti come aceto, limone, sale, farina, olio e bicarbonato di sodio; altri, come il dentifricio o l’alcool li possiamo trovare in bagno, e se aggiungiamo qualche boccetta di olio essenziale naturale abbiamo già praticamente tutto quello che ci occorre. Se non vogliamo comunque rinunciare a un detersivo, possiamo acquistarne uno ecologico, a base di sapone di Marsiglia e adatto ad ogni uso: costa di più ma si usa con il contagocce, quindi ne vale senz’altro la pena.
Ciò premesso, ecco alcuni suggerimenti pratici per le principali pulizie che ci aspettano.
· Innanzitutto, inutile prenderci in giro: i “catturapolvere” moderni sono comodissimi, ma inquinanti anche per principio (come tutti i prodotti usa-e-getta): per spolverare è meglio usare il classico straccetto, un morbido pennello o i nuovi panni in microfibra, davvero “magici” sia asciutti che umidi.
· Per i pavimenti il miglior detergente è… la semplice acqua calda, eventualmente addizionata con un po’ di alcool; con il panno ben strizzato, si può pulire in questo modo anche il parquet. In caso di sporco grasso aggiungere nel secchio un cucchiaino di detersivo liquido e alcune gocce di olio essenziale di timo. Al posto dell’alcool si può versare un bicchiere di aceto bianco; ma non sul marmo, che è calcareo. I pavimenti incerati tornano perfetti con il tè (diluito in acqua fredda), che uniforma e copre i graffi. Le macchie resistenti, ad esempio sui davanzali, vanno pretrattate strofinando un sacchetto di tela pieno di sale inumidito. I pavimenti più resistenti ed unti del garage possono invece essere puliti “a secco” con segatura mescolata a un po’ di olio di soia, da passare energicamente con la scopa di saggina e poi spazzare via.
· Su moquette o tappeti sarebbe sempre meglio non usare liquidi, per evitare cattivi odori o muffe da umidità. E’ sufficiente spargere un po’ di farina, spazzolare delicatamente e rimuoverla (molto meno bianca!) con l’aspirapolvere. In presenza di macchie localizzate, diluire un pugno di sapone in scaglie nell’acqua di cottura delle patate: strofinare con una spugnetta e lasciare asciugare perfettamente prima di aspirare via. Per quanto riguarda le tappezzerie non lavabili, eventuali ombre lasciate dai termosifoni possono essere “cancellate” con la mollica di pane.
· Per avere vetri perfetti (anche specchi), la prima regola è non pulirli in presenza di sole diretto; la seconda è usare carta di vecchi giornali, che non lascia pelucchi e lucida benissimo. Usare un contenitore a spruzzo con due bicchieri di acqua distillata, un cucchiaio di aceto e uno di alcool. Nel frattempo la lavatrice potrebbe lavare le tende al posto nostro… ma prima, soprattutto se molto sporche (ad esempio quelle sopra i radiatori) è meglio tenerle in ammollo o procedere ad un prelavaggio in sola acqua: sarà poi sufficiente un breve programma a medie temperature e con poco detersivo. In caso di tessuti misti o naturali, invece dei prodotti inamidanti aggiungere all’ultimo risciacquo un cucchiaio di zucchero sciolto in acqua calda.
· In cucina, per i fornelli o il piano di lavoro, un ottimo detersivo in polvere può essere composto da bicarbonato di sodio con qualche goccia di olio essenziale di rosmarino o bergamotto, miscelato con succo di limone fino a renderlo una pastella da strofinare delicatamente sulle superfici. Il bicarbonato è un potente assorbente anche degli odori, per cui si può usare diluito in acqua per pulire l’interno del frigorifero, l’armadietto della pattumiera, o spruzzato sulle fughe delle piastrelle contro le muffe. Per sciogliere lo “sporco vecchio” del forno, evitare assolutamente i prodotti schiumogeni e lasciare almeno un’ora una pentola con acqua bollente e un pugno di bicarbonato a portello chiuso, poi trattare con la pastella sopra descritta e sciacquare. Per la rubinetteria e il lavello, di acciaio o ceramica, il migliore anticalcare è l’aceto, da usare da solo su incrostazioni o diluito su superfici più ampie. Chi non ne ama l’odore può strofinare mezzo limone direttamente sulle macchie e poi sciacquare.
· In presenza di scarichi intasati, invece di ricorrere alle “bombe chimiche” in commercio, pericolose anche solo per inalazione, lavorare con la classica ventosa ed aspettare finché la vasca del lavello è svuotata, gettare un paio di pugni di sale grosso nei fori dello scarico e lasciare agire per un’ora, poi versare acqua bollente e aceto: di solito, il “rigurgito” che ne deriva è la prova del risultato raggiunto!
· La pastella abrasiva di cui sopra va benissimo anche per pulire i sanitari del bagno: per potenziarne l’effetto battericida, aumentare le gocce di olio essenziale ed aggiungere quello di timo, tea-tree o issopo. Ovviamente si può usare con efficacia (e guanti di gomma) anche per il wc, perché nonostante le pubblicità ce lo descrivano più pericoloso di un reparto di malattie infettive, i vari disincrostanti, deodoranti e disinfettanti che “in un baleno” lo trasformano in un prato in fiore portano nei fiumi sostanze inquinanti di ogni tipo; senza contare che hanno spesso un’azione corrosiva anche sulla ceramica, mentre un getto di aceto caldo è più delicato ed altrettanto efficace. L’aceto puro può essere usato anche per la rubinetteria in acciaio, ma in presenza di ripiani in marmo bisogna fare attenzione a non “sgocciolare”, oppure strofinare localmente mezzo limone, come già detto; in ogni caso, sciacquare bene ed asciugare sempre.
· Una tipica incombenza primaverile riguarda gli armadi, in cui riporre i capi invernali. Per pulirli internamente, spolverare e lavare con acqua e alcool o qualche goccia di detersivo; lasciarli poi aperti a lungo per aerare. Al posto dei tarmicidi o deodoranti chimici si possono collocare palline di legno non trattato di cedro o di pino, sacchettini di garza (vanno benissimo anche quelli delle bomboniere) con rametti di lavanda, fettine di limone e foglie di alloro; oppure la classica arancia forata e cosparsa di chiodi di garofano, ed anche batuffoli di cotone imbevuti di oli essenziali (lavanda, arancio e alloro sono tra quelli meno costosi)… Evitare rivestimenti con cartine floreali, perché sono facili rifugi per polvere e insetti, e lasciare nell’armadio una scatola di carbonella o bicarbonato per assorbire l’umidità.
· Va da sé che gli indumenti da riporre devono essere puliti: troppo spesso, per fretta o timore di far danni, ricorriamo alle tintorie, che hanno un fortissimo impatto ambientale e sono pure costose, mentre ad esempio la lana non soffre affatto il lavaggio ad acqua, semmai l’eccesso di detersivo, un risciacquo insufficiente o una centrifuga troppo energica. Quindi, dimezzare la dose “consigliata” di detersivo e al posto degli ammorbidenti aggiungere un bicchiere di aceto di mele all’ultimo risciacquo.
· Più in dettaglio, per la cura dei mobili in legno possiamo preparare un buon prodotto con 50 ml di olio di jojoba e 5 grammi di cera d’api (si trovano in erboristeria): scaldarli in una ciotola a bagnomaria, spegnere il fuoco e aggiungere mescolando 10 gocce di olio essenziale di lavanda o sandalo, versando poi il tutto in un vasetto di vetro. Il vimini può invece essere pulito con una spazzola bagnata di acqua e bicarbonato, ed asciugato all’aria aperta. L’argenteria torna splendente strofinandola con semplice dentifricio; per gli oggetti di rame è invece eccezionale un amalgama di sale fino e limone…
Certo non è possibile elencare ogni materiale, ambiente o mobilio, ma basterà la fantasia dopo aver memorizzato le poche nozioni descritte. Oltre a questo, cerchiamo di affrontare le prossime “pulizie di Pasqua” (ma anche quelle quotidiane) non come un ingrato compito ma davvero come un’occasione di rigenerazione: non solo per la nostra casa ma anche per noi. Mettiamo un po’ di musica, indossiamo abiti comodi e… apriamo le finestre: il nuovo sole ci ringrazierà!
12 SEGNI… DI AMORE PER LA CASA (E IL PIANETA)
PER LA TERRA
Differenziare i rifiuti sarebbe l’ideale, ma almeno per quelli asciutti usiamo buste di carta, schiacciando bene per ridurne il volume.
Non buttare in giardino i mozziconi di sigaretta, anche se spenti: sono resistentissimi alla degradazione.
Ogni “polvere” finisce prima o poi nella pattumiera… ma per fermare le formiche è sufficiente il borotalco, su soglie o fessure. In questo modo non muoiono: semplicemente tornano indietro.
PER L’ARIA
Preferire gli aspirapolvere con raccoglitori ad acqua, che non restituiscono gli acari al mittente ad ogni cambio di sacchetto e possono diffondere l’aroma di oli essenziali.
Dopo un temporale, spalanchiamo le finestre per ionizzare le stanze.
Non usare insetticidi chimici, né elettrici né fumogeni. Contro le zanzare versare sui vestiti o lenzuoli qualche goccia di oli essenziali di citronella, lavanda, geranio o basilico; anche sulla pelle miscelati a un olio vegetale.
PER L’ACQUA
Sostituire il brillantate della lavastoviglie con l’aceto.
Evitare la candeggina, sostituendola almeno da sbiancanti a base di ossigeno (acqua ossigenata e perborati). In molti casi è sufficiente il bicarbonato.
Non lasciamo il rubinetto aperto mentre ci insaponiamo o laviamo i denti, e ricicliamo l’acqua di cottura della pasta per ammollare i piatti (l’amido è un detergente naturale) o della verdura per annaffiare le piante.
PER IL FUOCO
Non utilizzare nessun tipo di bomboletta spray.
Non abusare dell’aria condizionata: il calore tolto dalle nostre case trasforma le città in un forno e l’atmosfera in una serra. Preferire i ventilatori ben posizionati: oltretutto consumano 30 volte meno.
Non sprecare l’energia elettrica: tenere distanti lavastoviglie e frigorifero; quando è caldo asciugare i capelli al sole; non usare l’aspirapolvere per poche briciole… con la scopa si fa pure prima.