
Gli uomini si dividono in quattro categorie che più o meno vanno a coprire circa il 95% dell’universo maschile.
— Gli insoddisfatti. Tutto il giorno ripetono: la mia vita fa schifo, mia moglie non mi ama, i miei figli mi detestano. La donna che casca in questo rapporto diventa una crocerossina, non dice mai ‘io ti amo’ ma ‘io ti salverò’
— Peter Pan. Hanno di bello che non hanno crisi di mezza età perché sono fermi all’adolescenza. Per loro sei un joystick. Conquistarti vuol dire salire al primo livello, portarti a letto, invece, vincere la partita. Prediligono donne giovani, esageratamente giovani.
— Io vorrei ma non posso. Di solito sposati con figli, in procinto di separarsi, in procinto di dirglielo, in procinto di andare via di casa. Sono sempre in procinto di ma non fanno mai nulla, perché ora lei sta attraversando un momento difficile, perché ora il bambino è piccolo, perché ora il bambino non capirebbe. Poi, alla festa di laurea del bambino, forse capisci che il momento giusto non arriverà mai.
— I buoni, belli e intelligenti. Il loro problema è la mamma. Una presenza costante e imprescindibile fin dall’infanzia. È lì che cominciano a trasformare i loro piccoli uomini in piccoli mostri. “Ma quanto è bello ‘sto pisellino? Ma come è grosso ‘sto pisellino? Di chi è ‘sto pisellone?”
E tutto il repertorio, e quanto sei bello, e quanto sei intelligente, e quanto sei bravo, e allora se per metà della tua esistenza una donna ti fa sentire Dio perché accettare che per il resto della vita un’altra donna ti faccia sentire stronzo?!
Il restante 5% sono quelli decenti. Buona caccia al tesoro!
— Tutta colpa di Freud.