Trascendere l’Io

Trascendere l’Io

di Umberto Ridi

Il problema della dissoluzione dell’io, insieme alla personalità che ne deriva, è stato dibattuto ampiamente in molte filosofie.
Purtroppo le spiegazioni non sono mai esaustive, in quanto ci resta difficile concepire un’esistenza senza gli attributi che ci sono tanto cari.
Però riflettiamo.
Se si chiede a un bambino quale possa essere la donna ideale che potrà sposare da adulto, quel bambino risponderà che sarà la sua mamma, senza nessun dubbio e senza altra alternativa.
Nell’età infantile non è concepibile immaginare un’esistenza affettiva e una dinamica emotiva che non abbia altro centro che i propri genitori.

E’ lo stesso per il senso dell’io e per la personalità che, oggi, ci sono di supporto e sono l’unico riferimento che abbiamo per esprimere la nostra identità.
Eppure quel bambino, una volta cresciuto, scopre altre dinamiche emotive, nate e sviluppare proprio attraverso il legame con i propri genitori, che gli hanno consentito di maturare un senso della vita e di un rapporto che trascende il centro della prima famiglia; direi che lo allarga e lo arricchisce: è stato trasceso, ma non perso.

Dunque l’io si dissolve e la personalità viene trascesa perché sostituiti da qualcosa di più completo: da un senso dell’essere e da una visione delle cose molto più “pregnante” la realtà.
Non viene perso qualcosa, se non il limite che ci costringe in una dualità faticosa, illusoria quanto l’io a cui teniamo così tanto.

E’ un mondo che dai grandi illuminati, Santi o da coloro che anche per un attimo ne hanno avuto accesso, viene descritto come l’essenza dell’amore stesso, con un senso di partecipazione da far impallidire ogni altro sentimento umano.

Perdere l’io, dunque, vuol dire aver superato ogni conflittualità e maturato quel senso dell’essere che ci permette di vivere la completezza di un rapporto intimo con la verità di nostra appartenenza.
Forse allora scopriremo che la morte non esiste perché sentiremo l’eterno come senso di un’infinita presenza che è nella nostra stessa natura di spiriti che percorrono il divino.

Questo obiettivo, però, si sviluppa solo attraverso il senso dell’io, il quale è una tappa di un cammino straordinario non precluso a nessuno.
La trascendenza, in fondo, appartiene allo stesso meccanismo dell’io che la genera con le sue contraddizioni, dolori, disagi e senso del limite da superare.
Allora viviamolo con la leggerezza di chi può riconoscerne l’ironia della sua stupidità.

Comments

comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice. maggiori informazioni

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.

Chiudi